Nuove ricerche rivelano: i maschi sono gli ultimi romantici, ma l’amore per loro si traduce in guadagno dopo il “ti amo”

Uomini etero: romantici o dipendenti dalle relazioni?

Definire gli uomini (più o meno giovani) etero “più romantici” delle donne per raccontare quanto è emerso da molti studi sulle relazioni etero. Questi uomini sono i primi a pronunciare il “ti amo”, mostrano una minore propensione a porre fine a una relazione e, sorprendentemente, tendono a stare meglio fisicamente e psicologicamente quando sono in una storia stabile. Di conseguenza, spesso non riescono a vedere il lato positivo dell’essere single.

I maschi etero sono romantici o solo addicted alle relazioni lunghe?

Un’analisi condotta dall’Institute of Psychology della Humboldt University, insieme alla University of Minnesota e alla Amsterdam Universiteit, ha elaborato i risultati di oltre 50 studi scientifici sulle differenze di genere nelle relazioni eterosessuali. Si evince che gli uomini tendano a concentrarsi maggiormente sull’intraprendere relazioni stabili. Da un punto di vista di benessere e salute, gli uomini traggono maggiori benefici dalle relazioni di lunga durata rispetto alle donne, che spesso accusano più doveri che piaceri.

Gli autori dello studio hanno scoperto che gli uomini hanno meno probabilità delle donne di interrompere una relazione e sono predisposti a sperimentare una maggiore solitudine post-rottura. Talvolta questi uomini non riescono a vedere il lato positivo della fine di una storia. L’analisi ha preso in considerazione le differenze di genere nelle varie fasi delle relazioni, rivelando così che le singole esperienze possono variare enormemente.

Il bisogno emotivo: il fulcro delle relazioni maschili

Gli studiosi hanno ipotizzato che la chiave per comprendere il comportamento dei maschi etero risieda nei loro bisogni emotivi. Le donne, infatti, ricevono spesso un supporto emotivo più ampio dalla loro rete sociale. Di conseguenza, gli uomini eterosessuali dipendono in misura maggiore dalle loro partner per soddisfare tali bisogni. Le donne godono di una rete sociale più attiva e funzionante, mentre molti uomini si aggrappano alla partner come unica fonte di supporto emotivo.

Questa dinamica è amplificata dalle norme sociali di genere che consentono alle donne di esprimere più facilmente le loro emozioni. Senza una partner presente, i maschi etero, nonostante ciò non valga per tutti, possono trovarsi a vivere un profondo vuoto sociale e emotivo, con poche risorse alternative disponibili a cui attingere.

È facile dire “ti amo” se non si rischia nulla

Essere romantici non equivale solo a lanciarsi in dichiarazioni appassionate e inviare fiori. In un contesto socioculturale, il romanticismo rappresenta un’adesione a un ideale, quello di un amore che, prima o poi, si manifesta. Si sviluppa così un’idea fuorviante che senza un partner si è “incompleti”. Chi può davvero continuare a credere a questa narrativa?

È interessante notare che gli uomini tendono a esprimere per primi le proprie emozioni romantiche, ma spesso in un contesto dove il rischio è ridotto e dove il carico emotivo è limitato. Al contrario, per le donne, amare significa affrontare costantemente un lavoro emotivo più complesso. Questo rischio maggiore rende le donne più cautelose nel dichiararsi, non per mancanza di sentimenti, ma per una necessità di autoconservazione e attenzione ai costi emotivi e sociali.

La sofferenza post-rottura: una questione di costruzione emotiva

Un aspetto sorprendente emerso dallo studio della Humboldt University è che gli uomini tendono a soffrire di più dopo una rottura. Questo avviene perché si aspettano che le loro partner soddisfino tutte le loro necessità emotive. Quando il supporto viene meno, la conseguenza è un netto calo del benessere: aumentano solitudine e negatività, con ripercussioni sulla salute mentale.

Molti uomini, purtroppo, non hanno appreso a costruire una rete emotiva al di fuori della loro relazione. Non confidano abbastanza negli amici o nella famiglia, e quando una partnership termina, si trovano isolati in un mondo che non offre alternative. La dipendenza dall’amore diventa evidente: una donna non è solo una partner, ma spesso assume anche ruoli di supporto psicologico e pratico.

Responsabilità e romanticismo: una questione di collaborazione

In ultima analisi, essere romantici non è solo una questione di tempismo, ma di responsabilità condivisa nel costruire una relazione sana. È facile pronunciare un “ti amo” quando non ci sono reali implicazioni emotive. Al contrario, costruire un amore che non sollicti costantemente l’altra persona a prendersi carico di tutto è molto più impegnativo.

Forse, i veri romantici sono coloro che iniziano a riscrivere la propria narrativa. Quelli e quelle che credono in un amore condiviso di cui non si fa carico solo una persona. Un amore che può esistere anche senza il “ti amo” sussurrato, ma praticato quotidianamente attraverso azioni concrete. Solo così si parla di un vero romanticismo, non più legato a delle favole, ma ancorato alla responsabilità e alla connessione autentica.